L’utilizzo degli smart meter è fondamentale per riuscire a gestire dati in maniera sempre più operabile e la loro introduzione ha rappresentato l’embrione, il cambiamento e la base per un’infrastruttura digitale in grado di elaborarli; c’è stata una notevole spinta in questa direzione.
Quando si hanno a disposizione numerose tecnologie diventa complicato capire come e dove utilizzarle. L’Italia in questo senso è il Paese più avanzato al mondo, come ha recentemente dichiarato Alessandro Vistoli, Presidente di Terranova, durante un’intervista rilasciata a Energia Media. “Il nostro Paese sta vivendo una seconda generazione di meter elettrici, al contrario di altri Stati, che seppur avanzati, sono ancora fermi a domandarsi come pianificare la prima generazione, come gestirla, e in alcuni casi non è ancora partita. Da noi la prima generazione è stata avviata tra il 2003 e il 2004”, si fa quindi riferimento a ere tecnologiche, non anni. “Riguardo allo smart metering gas, siamo in una fase di rollout avanzato e siamo il primo Paese al mondo”.
Nel processo di sviluppo tra le prime istanze troviamo sicuramente l’efficienza nel poter disporre dei dati di consumo senza dover ricorrere ad attività manuali, questo avrebbe portato anche a una gestione efficiente dell’energia e pertanto un risparmio indotto. Ulteriore sfida è quella di riuscire a ottenere dati puntuali, in modo che da un lato si aumenti la consapevolezza ma dall’altro ci si avvicini sempre di più al tema della sostenibilità. La possibilità di comprendere i fenomeni che avvengono nel proprio contesto permette un utilizzo mirato rispetto ai propri fabbisogni e quindi anche un efficientamento a livello di sostenibilità. L’offerta dell’energia elettrica per esempio è ormai sempre più personalizzata, sempre più mirata sulle singole esigenze dell’utente, permettendo anche diverse scelte sistemiche per chi ha la responsabilità sul territorio aprendo così nuovi scenari.
“La sfida per noi che siamo impegnati in questo contesto – ha precisato Vistoli in chiusura di intervista – è quella di permettere, e quindi creare, quegli algoritmi che mettano a disposizione ulteriori informazioni rispetto questo strato principale di dati che nasce per monitorare i consumi. Questa è la sfida, quello che il cosiddetto data management pone all’ordine del giorno delle agende delle utility, l’obiettivo di chi sviluppa tecnologia e poi di chi può direttamente beneficiare di questo tipo di informazioni per la governance generale”.