Le utility del comparto idrico al servizio del Paese: nasce il Patto per l’Acqua

Nasce il Patto per l’Acqua per implementare azioni a sostegno di politiche nazionali di tutela ambientale e della risorsa, di resilienza delle reti e dei sistemi di approvvigionamento.

A siglare il patto 23 aziende associate a Utilitalia, che rappresenta i gestori che forniscono servizi idrici all’80% della popolazione: A2A, Acinque, Acqua Novara Vco, Acque di Caltanissetta, Acquedotto Lucano, Acquedotto Pugliese, AMAP, Ascopiave, Gruppo Cap, CVA, Hera, Iren, MM, Nuove Acque, Publiacqua, Romagna Acque, Savl, Sicilia Acque, Smat, Suez, Gruppo Tea, Talete,
Viveracqua.

La Federazione e le sue associate sottolineano la necessità di un processo di riforma della governance del settore. Quattro le azioni necessarie:

  1. riduzione della frammentazione
  2. introduzione di parametri di verifica gestionale
  3. consolidamento industriale del settore
  4. approccio integrato tra i diversi usi dell’acqua

Si chiede di completare il trasferimento delle funzioni alle Regioni e garantire il mantenimento delle stesse per tutta la durata dell’affidamento. Le imprese si impegnano altresì a intervenire a supporto dei territori ancora non gestiti a livello industriale. Occorre inoltre rafforzare le capacità gestionali e introdurre un processo di verifica periodica della qualità e dell’efficienza della gestione, oltre a valutare la capacità di finanziamento e realizzazione degli interventi sulla base dei parametri Arera.

Le aziende si impegnano a favorire processi di aggregazione tra imprese del servizio idrico e in coordinamento con gli altri settori, compresi quello agricolo e dell’industria. Le aziende si impegnano altresì a realizzare e rafforzare le infrastrutture necessarie al riuso delle acque, alla gestione sostenibile delle acque meteoriche, al recupero di energia e di materia, al drenaggio urbano e agli invasi ad uso plurimo.