Negli ultimi mesi il gas rinnovabile si è fatto strada nell’agenda politica comunitaria e nazionale (transizione ecologica nel PNRR) ed è attualmente uno dei temi più discussi a Bruxelles nonché al centro di diversi incontri di settore in tutta Europa. Per i policy-maker dell’Unione europea, puntare su questa fonte consentirebbe di rispettare gli obiettivi definiti nell’ambito dell’accordo di Parigi ad un costo ragionevole e senza gravare troppo sui consumatori. Per l’industria del gas dell’UE, invece, il gas rinnovabile sembra rappresentare la soluzione ideale per continuare a svolgere un ruolo significativo in un sistema energetico sempre più decarbonizzato. Non bisogna infatti dimenticare che quando si parla di gas naturale si sta parlando di una fonte che attualmente copre un quarto della domanda energetica europea.
Il biogas, il biometano, l’idrogeno verde e il metano sintetico sono forme di gas rinnovabile e, anche se derivano da processi tecnologici diversi, presentano alcune caratteristiche comuni: sono prodotti da fonti rinnovabili, contribuiscono a ridurre le emissioni di gas serra e a decarbonizzare la domanda di gas. Inoltre, presentano i vantaggi tipici del gas naturale, quali una produzione più stabile rispetto all’energia eolica o solare e la possibilità di essere trasportati e immagazzinati sfruttando le infrastrutture gas esistenti.
Il gas rinnovabile viene solitamente inteso come il prodotto di due processi: (1) digestione anaerobica (rifiuti organici, biomasse animali e vegetali) che produce biogas (di solito utilizzato localmente per produrre energia elettrica) e biometano(dopo la purificazione e upgrading del biogas, il biometano viene immesso nei gasdotti e distribuito fino ai consumatori finali; (2) Power-to-Gas (P2G): convertire gli eccessi di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili in idrogeno verde (vettore energetico) o in metano di sintesi; in una prima fase, tramite un reattore chimico, si provvede alla separazione di idrogeno (H2) e ossigeno (O) dalla molecola dell’acqua; in una seconda fase l’idrogeno reagisce con l’anidride carbonica per produrre metano sintetico (metanazione). Sia il metano sintetico che l’idrogeno verde (anche se in misura limitata) possono essere iniettati nella rete gas esistente.
L’idrogeno verde (da P2G) offre una soluzione a uno degli annosi dilemmi della transizione energetica: l’intermittenza delle energie rinnovabili. Grazie al P2G l’elettricità in eccesso prodotta da fonti rinnovabili può essere convertita in molecole (H2) che possono essere facilmente trasportate e immagazzinate.
Il biogas è comunque la forma più utilizzata di gas rinnovabile. Solo una piccola quantità viene trasformata in biometano e iniettata nella rete gas: infatti, nel 2016 si contavano per l’appunto solo 503 impianti di produzione di biometano. Quanto al P2G, in Europa ci sono circa 50 strutture ma la maggior parte di esse sono progetti dimostrativi.
Nonostante la crescita significativa degli ultimi anni, il gas rinnovabile rappresenta ancora circa il 4% di un mercato del gas che si aggira sui 450 miliardi di metri cubi all’anno. La Rete europea dei gestori dei sistemi di trasmissione per il gas e per l’energia elettrica (ENTSOG e ENTSO-E) stima un aumento di tale fino al 10% nel 2030 e al 14% nel 2040.
Nonostante un inizio sottotono, il gas rinnovabile potrebbe svolgere un ruolo importante nella decarbonizzazione del sistema energetico italiano, in particolare nel comparto dei trasporti.
Lo scenario del mondo gas, in un prossimo futuro, subirà quindi necessarie evoluzioni (trasformazioni, se non proprio rivoluzioni). Uno dei due argomenti di questo webinar è dedicato ad approfondire gli aspetti dello smart metering (tecnologie di misura statiche) in applicazioni cosiddette “multigas”.
Il secondo tema del webinar verterà sulla possibilità di offrire al cliente finale le informazioni più utili per il cliente stesso, al fine di assumere consapevolezze dei propri consumi e di modificare i propri stili di vita, contribuendo in tal modo ad un uso sostenibile e consapevole dell’energia. Le attuali tecnologie digitali di smart metering consentono (tramite il cosiddetto “canale chain2”, mutuando la terminologia dal mondo elettrico) di comunicare direttamente al cliente (ben oltre quindi i semplici dati di consumo che il distributore utilizza per la bollettazione) una serie di informazioni che, grazia ad una opportuna rappresentazione, consente di adottare comportamenti virtuosi.
E’ reso possibile, attraverso un canale di comunicazione dedicato, il collegamento tra il contatore (smart meter digitale) un dispositivo utente (DU), apparato di domotica disponibile sul mercato.
Programma:
14.30-14.40 Apertura lavori
Eleonora Bettenzoli, Vicedirettore Mercati Retail e Tutele dei Consumatori di Energia ARERA
14.40-15.00 Introduzione Smart Utility Open Meter
Vincenzo Quintani, Coordinatore Smart Meter Group ANIE CSI
Furio Cascetta, Coordinatore Scientifico Smart Meter Group ANIECSI – Pro Rettore Funzionale Università degli Studi della Campania
15.00-15.15 Implementazione della Chain2 in Italia: analisi criticità e proposte dello SMG ANIE CSI
Stefano Rotini – Rappresentante GdL Chain2 SMG ANIE CSI
15.15-16.10 Smart Meter e Chain2: nuovi mercati e applicazioni B2B e B2C
Chain2 – Opportunità e nuovi servizi B2C. Massimo Valerii, CEO SINAPSI
Chain 2 – Opportunità e nuovi servizi B2B. Leonardo Cavalieri, Sales and Marketing Manager MAC Italia
Chain 2 – Servizi integrati con impianti rinnovabili e infrastrutture di ricarica elettrica. Massimo Carbone, CEO INTEGRA
Case History e-mobility. Umberto Apponi – ENEL X
Case History Energy & Smart Home. Domenico Cimmino, R&D and Innovation Manager EVOLVERE
16.10-16.30 Smart Meter ed evoluzione MultiGas
Giovanni D’Alberton, Project Manager METERSIT
Rappresentante Snam
16.30 Conclusioni
Modera: Emanuele Martinelli, CEO ENERGIA MEDIA