di Martina Ginasi
Dottoressa Portincasa, la visione estremamente innovativa che vi ha caratterizzato anche nella gestione dell’emergenza Covid, quali risvolti positivi ha avuto e ha tutt’ora per AQP?
Acquedotto Pugliese si è da sempre contraddistinto per un approccio olistico alle tematiche innovative e tecniche, permettendoci così un’apertura anche all’innovazione a livello gestionale generale.
L’idea che le soluzioni risiedano oggi nello sviluppo dell’approccio informatico è talmente insito nel dna di AQP che accade tutto in maniera spontanea. Ad esempio, durante il primo lockdown, in una sola settimana siamo riusciti a trasferire in telelavoro più della metà dei dipendenti, questo grazie non solo agli strumenti che avevano già in dotazione, come tablet e pc, ma anche e soprattutto perché, al di là degli specialisti del settore IT, tutti si sono resi disponibili mettendo al servizio dell’azienda le loro competenze personali.
Gli elementi chiave quindi per la nostra azienda sono certamente la familiarità con il mondo digital, non solo per gli specialisti, ma soprattutto uno spirito di appartenenza e di squadra che contribuisce a creare un gruppo forte e solido che lavora nella stessa direzione verso il medesimo obiettivo.
Sempre tenendo conto che la conoscenza e il digitale sono uno strumento a favore dell’uomo, non il contrario, non il fine. Lo Smart Meter, per esempio, è un apparecchio che deve arrivare a soddisfare il cliente attraverso una puntualità delle informazioni relative ai propri consumi, deve facilitare le operation del gestore fornendo dati utili, deve quindi essere utilizzato per facilitare i processi così come altri strumenti ormai imprescindibili.
Spesso l’introduzione di innovazione è preceduta da un’attenta analisi costi e benefici; in Acquedotto Pugliese quali argomenti hanno fatto la differenza per protendere in una direzione rispetto a un’altra?
Per prima cosa credo che l’elemento determinante nella capacità sviluppo di AQP risieda nella nostra storia e nelle dimensioni della nostra azienda. Gestiamo infatti il servizio idrico integrato per l’intera Puglia da un secolo, fin dall’inizio con un approccio innovativo che tutt’ora ci permette di rimanere al passo con i tempi. Il nostro Acquedotto fa la differenza e costituisce una sorta di benchmark per la Regione, anche per questo avvertiamo forte la necessità di innovare per una gestione del servizio che diventi paradigma per tutti i servizi ai cittadini.
La dimensione favorisce lo sviluppo di analisi e cultura e la comprensione che seppur i clienti sono diversi vanno serviti in egual modo; questa è la chiave della nostra gestione, con un’idea regionale e non frammentata. Dove infatti ci si muove ancora con una prospettiva comunale si evidenziano ancora le criticità maggiori.
Rispondere a territori disomogenei con la stessa efficacia dovrebbe essere un paradigma per il paese intero, non solo per voi…
Il digitale in questo aiuterà molto e ancora una volta durante la pandemia ne abbiamo avuto una prova con la nascita del South Working. Il fatto di garantire un servizio di qualità anche in aree remote è per noi di forte significato, dando alla regione e perché no anche al Paese un messaggio chiaro di come si possano valorizzare territori di incredibile bellezza portando servizi adeguati.
Entrando in qualche dettaglio sul tema Smart Meter, verso quale direzione vi state muovendo?
L’attualità è legata allo Smart Meter statico con possibilità di lettura a doppio protocollo, quindi walk/drive by inizialmente e, in una seconda fase, LoRaWAN, grazie all’accesso alla piattaforma ora concessa dal Mise. Parallelamente partiranno attività e presumibilmente bandi di gara innovativi e nuove forme di procurement per affidare la gestione della rete LoRaWAN, appunto, per far si che i dati arrivino e vengano centralizzati, esaminati, rilevati ma soprattutto connessi con tutti i nostri sistemi di gestione, anche favoriti dal progetto Shape (Sap S/4Hana Acquedotto Pugliese Evolution).
Nel dettaglio quest’iniziativa ha visto fino a oggi la migrazione di ben 20 Terabyte di dati (circa 60 miliardi di record) nella nuova piattaforma digitale e il coinvolgimento di circa 900 persone di AQP. Un progetto che rivoluziona la gestione delle attività e che, con l’implementazione di tecnologie come l’in-memory computing e l’Intelligenza Artificiale garantisce performance di sistema ottimali, velocità e facilità d’uso.
Per quanto concerne la gestione delle operazioni di “front-office”, il nuovo sistema gestionale Shape permette di accelerare le tempistiche dei servizi per aziende, cittadini e amministratori di condominio, velocizzare, tra le altre, le pratiche dei nuovi allacci e quelle relative alle manutenzioni programmate e su richiesta, nonché migliorare il dialogo con i fornitori. Sul processo di fatturazione i tempi si sono ridotti del 40 per cento.
Il progetto ha un respiro triennale, e si integrerà con un altro ambizioso progetto avviato nel 2020: una control room dove oltre ai dati di esercizio della rete idrica, della fognatura e della depurazione è previsto l’inserimento di quelli relativi al customer management, di cui una parte importante sarà rilevata dagli Smart Meter.
L’obiettivo di LoRaWAN è una lettura continua in grado di segnalare le variazioni di consumi ed eventuali anomalie, questo garantirà una maggiore capacità di analisi. Si mira quindi alla massima connessione e visibilità a tutto tondo dei dati ricevuti. I contatori saranno infatti georeferenziati, identificati e in una continua e costante evoluzione che permetterà di localizzarli e farli dialogare con la rete per ottimizzare la distribuzione idrica. Per questo si parla di Smart Grid dell’acqua.
A questo punto si apre il tema delle professionalità, il digitale si va a inserire in un contesto dove il lavoro era svolto fisicamente e questo crea fraintendimenti e timori. La crescita di processi formativi diventa inevitabile.
C’è un cambio generazionale in corso. Noi non elimineremo l’apporto umano ma certamente faremo in modo che le persone si evolvano facendo crescere le proprie professionalità.
Pensiamo al progetto Kometa, non è un semplice piano di e-learning ma di machine learning, con un addestramento dei tecnici ad operare sulle macchine attraverso la realtà virtuale; non è quindi sufficiente un cambio generazionale ma è fondamentale una crescita delle competenze e di familiarità con i nuovi strumenti. Tenendo conto che le persone con noi da più anni rappresentano un patrimonio incredibile per l’azienda. Se parliamo di capitale umano in AQP possiamo essere orgogliosi di farne parte.
La tecnologia è al servizio di tutti e non prescinde dall’uomo ma chiede a quest’ultimo uno sforzo di cambiamento e adattamento. Un esempio lampante di rappresentata dall’app Pedius, lanciata durante il primo lockdown, ha permesso alle persone non udenti di contattare il servizio clienti, la tecnologia è quindi andata in soccorso dell’uomo mettendosi al servizio delle sue esigenze.
Rimanendo in tema di nuove tecnologie al servizio dell’uomo, da dove partirà l’installazione dei nuovi Smart Meter?
La scelta è ricaduta sulle province di Brindisi e Taranto, per un totale di circa 80 comuni; un approccio quindi territoriale e non solo comunale. L’obiettivo è arrivare alla sostituzione di tutti i contatori presenti entro dieci anni; l’utilizzo di Smart Meter statici non comporterà la totale eliminazione della gestione umana del contatore; i tecnici dovranno comunque occuparsi della manutenzione e, soprattutto nella prima fase dove le due tipologie di letture del contatore coesisteranno, della gestione del contatore stesso e quindi dei dati ricavati.
Il processo coinvolgerà quindi anche la provincia di Taranto, un territorio certamente contraddittorio; avete un piano particolare per questa importante provincia?
L’interlocuzione con la regione relativamente alla riqualificazione di Taranto è attiva, in particolar modo sul tema dell’Ilva, per la quale si era previsto che per scopi industriali si servisse di acque reflue. Da questo c’è stata un’ulteriore evoluzione, le acque reflue dovrebbero infatti essere indirizzate verso un’agricoltura maggiormente sostenibile e l’Ilva dovrebbe costruire un desalinatore d’acqua di mare per le sue esigenze industriali. Questo, oltre che portare vantaggi all’azienda stessa, costituirebbe un passo in avanti per il territorio intero.
Come sappiamo, il Tarantino è comunque un’area destinata a importanti investimenti in ottica di miglioramento delle reti e non solo, naturalmente.
Con quale criterio viene scelto il luogo su cui andare ad operare?
Nel caso dell’installazione di Smart Meter la scelta è stata fatta in base all’età dei contatori esistenti, dove individuiamo una serie di apparecchi datati andiamo a sostituirli.
A fronte di quanto detto prima riguardo all’Ilva, si prospetta quindi un’ottimizzazione della risorsa idrica anche in ambito agricolo?Immagino di si, la Regione si è già da tempo espressa in questo senso , ma non siamo noi a gestire direttamente l’acqua destinata all’agricoltura. AQP contribuisce alla valorizzazione e corretto utilizzo della risorsa acqua con la progressiva e costante introduzione di tecnologie utili alla produzione di acqua con caratteristiche qualitative idonee ad uso agricolo.
In alcuni impianti che già producono acqua in DM 185/03 abbiamo installato delle sonde che misurano determinati parametri, questo per cominciare a far avvicinare l’agricoltore all’utilizzo di acque reflue, su cui spesso regna molto scetticismo. È indubbio si tratti di un comparto che necessita di strumenti nuovi per valutare le proprie gestioni.
In ultima battuta, quanto è lontano ancora il raggiungimento del monitoraggio di spreco e consumo idrico nelle singole abitazioni?
Per l’appartamento individuale la prospettiva è ancora piuttosto distante mentre a livello condominiale ormai ci siamo, grazie anche all’utilizzo di nuove app; tra queste segnalo AQPf@cile che permette agli amministratori di verificare i consumi, per ora secondo le normali frequenze di lettura; una volta installati tutti gli Smart Meter il controllo avverrà in tempo reale.