di Martina Ginasi e Mauro Bozzola
A causa della pandemia in corso, l’evento annuale organizzato da Energia Media per Smg Group di Anie CSI, noto come SUOM (Smart Utility Open Meter), si concretizza quest’anno attraverso un percorso misto: 3 webinar approfondiscono diversi aspetti dello smart metering, anticipando un evento conclusivo di fine anno da tenersi (auspicabilmente) in presenza (numero limitato di partecipanti, solo su inviti).
Il primo webinar si è tenuto lo scorso 10 settembre.
Ogni anno l’incontro ruota attorno a un argomento attuale e in virtù di ciò il primo appuntamento non poteva prescindere dal tema Covid 19. Proprio per questo si è convenuto, grazie anche al parere dato dal Comitato tecnico e scientifico, di indirizzare questo webinar sui riflessi che una pandemia come questa (Covid-19) ha portato e porterà in ambito industriale, i risvolti e i possibili scenari che si prefigurano.
L’obiettivo di questo incontro, quindi, è stato quello di confrontarsi e discutere sulle esperienze vissute dai relatori, in particolar modo dedicando un focus su come lo smart metering sia stato vissuto in questi mesi, quali vantaggi ha portato nel periodo emergenziale e quali miglioramenti possa ancora apportare in questo ambito. Ci si è chiesti se questa pandemia possa rappresentare un’opportunità, un’occasione di sviluppo per il sistema paese. Queste sono le domande che lo Smart Metering Group, insieme al Comitato scientifico, si è posto declinando la riflessione sul settore idrico, gas, calore e sfiorando anche il settore elettrico.
Come ha ricordato il professor Cascetta, riprendendo lo slogan “digitale è bello” che ha guidato i primi passi del gruppo Smart Metering di Anie, con il termine digitale inizialmente si intendeva l’utilizzo di uno strumento che permettesse una telelettura a distanza dei dati di consumo, sia di utenze residenziali, sia a livello più ampio (utenze industriali). La volontà alla base era quella di promuovere il digitale attraverso lo smart metering, inteso non solo come sistema di misura e mero contatore, ma come strumento di comunicazione. Una comunicazione smart e veloce, che presuppone l’affidabilità del dato di misura.
Oggi, sottolinea Cascetta, soprattutto in seguito al Covid 19, il digitale è diventato indispensabile per tutti, la pandemia ha accelerato un processo già in atto, mettendo però in luce le differenze di connettività che tutt’ora sussistono nel nostro Paese. “La connettività è stato l’elemento fondamentale. Estremamente stressata durante la quarantena, ha subito un sovraccarico delle reti di trasmissione di telecomunicazione ma nonostante questo, possiamo dire che ha retto bene. Tutte le attività che venivano svolte in presenza (negli ufici), la dove è stato possibile, sono state convertite in digitale: le Università hanno continuato a tenere le lezioni online, le aziende hanno proseguito in modalità smart working. Tutto questo come accennato ha però fatto emergere un gap di capacità di connessione in varie zone d’Italia.”
Quello che questa pandemia ci ha insegnato è che in qualunque momento, in condizioni normali, un sistema che funziona non ha bisogno di alcun contributo umano. L’apparato digitale deve quindi dotarsi di sistemi di telelettura dei contatori remoti a distanza di livelli performanti, sicuri e affidabili.
“Anche in Italia vi è la consapevolezza che il futuro sia rappresentato dallo smart metering, inteso come organizzazione di un numero elevato di punti di misura singoli, gestiti in modo efficiente e automatico da un sistema di telecontrollo di contatori. Finora siamo stati abituati a uno sguardo meramente pratico industriale, ossia ad avere dati veritieri, in tempo reale, per garantire una bollettazione adeguata; dopo questi tre mesi ci siamo resi conto che senza questo apparato digitale ci saremmo fermati.”
Secondo Cascetta l’Italia ha retto e funzionato grazie a un sistema già rodato e collaudato di automatic meter reading. Questo successo è stato possibile grazie alla resilienza dei distributori italiani, un esempio di efficienza per l’intera nazione, basato su una tecnologia funzionale, che ha mostrato quanto il digitale sia una scelta vincente. La pandemia ha dimostrato come il nostro Paese sia in grado di reagire alle emergenze in modo tempestivo e funzionale. “In tempi non sospetti il nostro Paese, attraverso l’Agenda Digitale della Commissione Europea, aveva introdotto il tema – molto popolare in quest’ultimo periodo – della solidarietà digitale. Il Coronavirus ha messo in luce differenze di connettività non solo tra Nord e Sud ma anche all’interno delle stesse regioni, la volontà comune era rendere ogni luogo raggiungibile da una connessione internet, lo spirito dell’Agenda Digitale era quello di trasformare la nostra società in una comunità digitale. E questa è un’opportunità in quanto nel paradosso del Covid, l’Italia sta ripartendo annullando differenze nei settori economici e industriali. La speranza è che il post Coronavirus migliori e cambi il modo di fare mercato. Ma si dovrà trattare di una rivoluzione agganciata al digitale, va quindi colta questa volontà di infra-strutturare il sistema paese, di migliorare l’infrastruttura digitale e fornire una connessione diffusa. Quale migliore occasione ha il sistema Italia per dare un’accelerata enorme e colmare le differenze? Quale migliore opportunità per ripartire?”
Emerge sempre più la necessità di convogliare le risorse in un progetto organico. È il momento ad esempio in cui si può pensare a una seconda generazione di contatori gas elettronici. Sarebbe questa l’opportunità per recuperare stimoli e finanziamenti europei per ridurre il gap infrastrutturale che il settore idrico patisce da tempo immemorabile, rispetto agli altri servizi a rete. Lo smart metering è un tassello importante di questo nuovo sistema paese che va migliorando anche se vi è ancora molto da fare.
Prima del Covid – ha spiegato il coordinatore dello Smart Metering Group – a fine 2019, la direttiva europea 2018 del 2002 stabiliva un termine, il 25 ottobre 2020, entro il quale gli Stati membri, data la necessità di dotarsi di strumenti di fatturazione attendibili, avevano l’obbligo di dichiarare cosa si dovesse intendere per strumento di telelettura, se basato su una infrastruttura fissa (e quindi automatico) oppure sulla cosiddetta “lettura mobile” (walk-by o drive-by). Numerosi sono stati i pareri a favore della infrastruttura fissa di telecomunicazione, ma al momento di decidere la Commissione parlamentare ha scelto un’altra direzione. Il caso vuole che pochi mesi dopo siamo stati costretti ad affrontare una pandemia globale durante la quale una scelta diversa avrebbe forse facilitato la gestione della crisi. Questa vicenda ha però mostrato come il tema del digitale sia ancora non completamente compreso e sostenuto dai nostri decisori (ovviamente limitatamente al settore del metering).